Nasce un mito: Juventus! by Renato Tavella

Nasce un mito: Juventus! by Renato Tavella

autore:Renato Tavella [Tavella, Renato]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854185494
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2015-07-02T22:00:00+00:00


La Taurinia

Ascoltare l’opinione di Rico, sentire che cosa ne pensava, veniva automatico per le persone che gli stavano intorno e lo frequentavano. Era un fatto spontaneo. Col suo giudizio riusciva a trovare sempre in maniera opportuna le giuste parole, nell’elogio come nel rimprovero, ed era al contempo un appoggio leale e sicuro che infondeva fiducia. Anche per questo, e non soltanto per celia, lo chiamavano Papaloto.

«È ben studiato», disse a Varetti, che aveva chiesto il suo pensiero sulla sede. «Potessi occuparmene... comunque, spargo parola, se so di qualcosa faccio un fischio».

Per informarlo dell’intenzione maturata tra i vecchi soci-fondatori, Carlo Vittorio l’aveva raggiunto nell’officina di Genio. Sapeva che in alcuni pomeriggi andava ancora a dare una mano al fratello. Infatti lo aveva trovato al lavoro mentre montava una “tre fucili” di serie, una bicicletta da corsa col telaio orizzontale, il manubrio ricurvo, scorrevole alla pedalata come poche altre. Un lusso, in altre parole, per chi come Varetti poteva usare d’estate in campagna una vecchia Singer. Ma non si era attardato in simili commenti, l’ambasciatore juventino. Entrando dai Canfari aveva colto alcune parole che lasciavano intendere che stavano parlando di argomenti personali, quindi non gli era parso il caso di intrattenersi troppo e rubare altro tempo al loro privato. Una delicatezza da parte di Carlo Vittorio, che tuttavia faceva il pari con quella di Rico e Genio che, come sempre, erano stati disponibili e cortesi.

Varetti salutò. I Canfari ripresero il dialogo interrotto:

«Stavi dicendo che sareste in tre».

«Sì, appunto, una società di tre persone», disse Genio.«Un avvocato per interessarsi delle parti giuridiche e amministrative, un ingegnere ed io ad occuparci della fase progettistica e della realizzazione».

Silenzio.

«Avremmo già persino individuato il posto».

«Dove?»

«In piazza Benefica».

«Fino a là».

«Rico, la città s’allarga! Vedrai adesso con l’automobile».

«Sì, sì, è vero... anche la Fiat ha scelto la periferia».

«Vedrai, appena l’automobile prenderà piede», aggiunse Genio.

Ma Rico non stava più ascoltando. Aveva posato lo sguardo su due biciclette da riparare, una Humbert e una Raleigh. Un tempo, neanche troppo lontano, avrebbe fatto carte false per possederle. E adesso erano lì, contro il muro, già vecchie e passate. Come il loro negozio-officina che stava per essere abbandonato. Perché lo conosceva bene Genio, quando si metteva in testa un progetto non cambiava idea. Proprio come lui. Si scrollò di dosso quel senso di nostalgia e, alla sua maniera, si strinse al fratello nella delicata decisione dicendo: «Se serve un chimico, puoi sempre contare su di me».

A Genio si aprì il cuore. Era quanto si augurava di ascoltare. Lui, in verità, aveva deciso, né sarebbe ritornato sui suoi passi. Però con l’avvallo di Rico si sentiva fortificato, doppiamente nel giusto.

«Per i motori?», chiese Rico.

«Stiamo vedendo per il monocilindrico De Dion & Bouton».

«Roba fine, allora».

Genio venne investito da una vampata di caldo, il volto rosso. Avrebbe gridato al mondo la sua gioia. Condivideva sul serio, Rico. Adesso ne era certo, anche in mamma Adele avrebbe trovato una fedele alleata.

«Quando prevedete?», chiese ancora Rico.

«Presto, il più presto possibile. Con l’anno nuovo senz’altro».

«E il nome, avete pensato anche al nome?»

«Taurinia».



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